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lunedì 18 gennaio 2010

LIMBO: Capitolo 11


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Limbo é un libro blog di GM Willo illustrato da Charles Huxley. Per scoprire il mondo di Limbo iniziate a leggere dal primo capitolo e addentratevi in un universo di misteri e magia. Se amate la fantasy, trovere in questa avventura qualcosa di diverso…
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Si accese un’alba fredda, striata di viola, in un cielo in cui si rincorrevano strati sottili di nubi accompagnati da un vento gelido. Gli uomini di Nicon avevano già smontato l’accampamento. Si sarebbero divisi in tre gruppi, procedendo parallelamente verso le montagne. In caso di attacco, avrebbero cercato di evitare l’accerchiamento, puntando sulle loro qualità di cavalieri. Ma la magia poteva fare la differenza. Nicon si avvaleva di un’ampia conoscenza magica e sperava che l’Elenty potesse apportare il suo contributo. Insieme forse sarebbe riusciti a spaventare i Testimoni inducendoli ad un ritirata.
Rivier e Mylo restarono nel gruppo di Nicon, quello che procedeva centralmente. Cavalcavano vicino a Jade, ai suoi due compagni, e al giovane Tzadik. Tutti però facevano fatica a parlare. Gli occhi dei cavalieri erano puntati in avanti, alla ricerca del nemico.
«Li avremo di fronte alla fine del terzo margine» dichiarò Rivier. Aveva proiettato la sua vista verso l’orizzonte, calcolando lo spazio che separava le due armate. Alcuni cavalieri si girarono a guardare lo stregone, incerti se credere alle sue parole oppure no. Poco importava in fondo. Lo scontro era ormai inevitabile. I Testimoni di Seidon procedevano attraverso le pianure in formazione allargata, per evitare di venire aggirati dal loro obbiettivo. Ma adesso la gilda poteva avvalersi del fattore sorpresa, o per meglio dire, del fatto che i testimoni credevano di poter portare il primo attacco inaspettatamente, causando paura e scompiglio. Invece la sorpresa sarebbe stata solo loro, quando li avessero visti in formazione pronti allo scontro.
 
 

giovedì 14 gennaio 2010

Keith Thompson





LIMBO: Capitolo 10


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Limbo é un libro blog di GM Willo illustrato da Charles Huxley. Per scoprire il mondo di Limbo iniziate a leggere dal primo capitolo e addentratevi in un universo di misteri e magia. Se amate la fantasy, trovere in questa avventura qualcosa di diverso…
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Nella tenda che era stata del padre di Jade, il respiro della ragazza era lieve ma regolare. Misar le teneva la mano, mormorandole parole rassicuranti. Si augurava che se fosse riuscita ad agguantare anche una singola sillaba di quel turpiloquio, sarebbe stata capace di risalire dall’abisso in cui era sprofondata.  Yumo stava in piedi a due passi da loro. Non si muoveva e teneva l’ascia pronta. Nella tenda c’era anche Nicon, ma il gigante non gli permetteva di avvicinarsi. Stava per concludersi il quinto margine, e presto la notte improvvisa di Limbo sarebbe calata accendendo nel cielo la cometa. Il capo della gilda era combattuto. L’Elenty gli aveva parlato di un possibile attacco a sorpresa da parte dei Testimoni di Seidon. Lui avrebbe volentieri ignorato quel segnale, ma qualcosa gli diceva che il Primigenio non stava mentendo. D’altra parte però non potevano muoversi, se non volevano mettere in pericolo la ragazza, e per quanto a lui non interessasse il destino di un Keeper, rimaneva un uomo d’onore. L’ospitalità era sacra, e se fosse capitato qualcosa alla ragazza non se lo sarebbe mai perdonato.
Pensava a tutto ciò mentre osservava il gigante Arenty ed il vecchio, in ginocchio accanto al gracile corpo di Jade. Aveva offerto il suo aiuto, aveva provato ad attingere alle sue conoscenze magiche per riportare indietro la ragazza, ma non ci era riuscito.
 
 

giovedì 10 dicembre 2009

LIMBO: Capitolo 9



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Limbo é un libro blog di GM Willo illustrato da Charles Huxley. Per scoprire il mondo di Limbo iniziate a leggere dal primo capitolo e addentratevi in un universo di misteri e magia. Se amate la fantasy, trovere in questa avventura qualcosa di diverso…
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Dopo una lunga giornata a cavallo, Nicon ordinò finalmente di innalzare il campo per la notte. Le piane si estendevano fin dove l’occhio si perdeva, in ogni direzione. Era un paesaggio inconsueto per Limbo. Le terre che fuoriuscivano dallo strappo sotto il Sole Azzurro si alternavano in modo del tutto casuale, e solo raramente nascevano distese sconfinate come le pianure del vespro. Per attraversarle totalmente sarebbero state necessarie altre tre intere giornate di marcia.
Jade sperava di poter finalmente chiarire alcuni punti scuri della vicenda. La sera prima Nicon li aveva accolti calorosamente, ma non si era intrattenuto oltre il tempo dei convenevoli. Misar aveva accennato qualcosa, Nicon sembrava aver capito, ed aveva più volte rivolto lo sguardo verso il medaglione. Ma la giornata era stata faticosa e poi c’era la festa, il vino e gli uomini della Gilda che aspettavano il loro capo. Li aveva chiesto di dormire nella sua tenda, un gesto di grande ospitalità, e poi si era dileguato, con la promessa che il giorno dopo si sarebbe intrattenuto con loro più a lungo.
Ma la mattina, poco dopo lo strano incontro con quel ragazzo, la carovana si era messa subito in viaggio. Nicon voleva attraversare le piane al più presto. Non si sentiva sicuro in quel paesaggio così esposto, e quelli erano tempi strani. I Testimoni di Seidon erano diventati astiosi e c’erano stati degli scontri. Nicon si era affacciato nella sua tenda e aveva dato il buongiorno a lei e ai suoi amici. Sarebbero partiti al più presto, e un volta accampati di nuovo avrebbero parlato. Jade adesso ci contava.
Yumo iniziò a montare la tenda, non distante da quella del capo della carovana.

martedì 24 novembre 2009

venerdì 20 novembre 2009

LIMBO: Capitolo 8


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Limbo é un libro blog di GM Willo illustrato da Charles Huxley. Per scoprire il mondo di Limbo iniziate a leggere dal primo capitolo e addentratevi in un universo di misteri e magia. Se amate la fantasy, trovere in questa avventura qualcosa di diverso…
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Mylo contava le pause ed i margini che componevano la giornata. Le guardie Arenty non avevano più bisogno di tenerlo d’occhio. Solo nella tenda, attendeva il ritorno del maestro, dileguatosi al mattino insieme a Tawares, primo ministro dei Testimoni di Seidon. Aveva smesso di porsi domande. Gli avevano fatto rientrare il mal di testa e si era sentito uno sciocco. Uno strano senso di abbandono aveva preso il posto della frustrazione. Adesso non temeva più per la sua vita, per questo gli era più facile lasciarsi andare.
Si era invece concentrato sul crepitio, improvvisando parole e gesti legati a dei piccoli incantesimi di sua conoscenza. Aveva provato a smorzare il rumore, ad evocare il potere sottilmente, schermando, mutando, offuscando l’eco della magia, come aveva visto fare al suo maestro il giorno prima. Nella semi oscurità della tenda era stato cauto, ed era riuscito anche ad ottenere alcuni risultati positivi. Se qualcuno lo avesse sorpreso a manipolare la realtà si sarebbe cacciato nuovamente nei guai.
«Non passa giorno senza che tu riesca a sorprendermi.» La voce era quella di Rivier, ma il maestro fece il suo ingresso solo dopo aver terminato la frase. Mylo sobbalzò, nascose le mani impegnate in strani gesti e solo dopo essersi reso conto che la voce era quella del suo amico riuscì a riprendere fiato.
«Mi hai spaventato» ammise.
«Ti sei messo comodo, vedo…»
«Beh, ho pensato di esercitarmi un po’, visto come si sono messe le cose. Ho fatto attenzione.»
«Non ne dubito. Sei davvero bravo.»
Mylo distolse lo sguardo, imbarazzato dal complimento.
«Io riesco a sorprenderti? Invece tu!»
«Che vuoi dire?» La domanda di Rivier era divertita.
«Che cos’è questa storia con Tawares? Da quanto lo conosci?»
«Più o meno, da stamattina…» rispose il maestro strizzando l’occhio.

domenica 8 novembre 2009

A cuore aperto


 

 
L'apertura palpita.
Una grossa ferita come occhio si lascia notare,

Da quanto tempo è li?

Ripulita dalle pause da me stessa, e nei brevi momenti di luce.

Verrebbe voglia di coprirla o ricucirla, ma la posizione ed il suo ricordo hanno reso ormai possibile l'anomala geografia del cuore.

Chiudere gli occhi ma ricordandosi del respiro, del getto fresco di un bacio, la pressione leggera di una carezza.

Compiere salti nel buio, l'agile anima sollevarsi dagli inganni, sfumare dal rosso sangue al blu cobalto di un nuovo cielo.

Strapparsi con un taglio preciso dallo ieri per riaprirsi all'oggi, quello che è stato ormai chiuso, dietro una finestra, dentro una casa, che odora di un niente dimenticato.

L'amore si scopre un punto di vista, che non chiede contorti pensieri, giace spoglio, insegna senza avere, ti riempie nell'ovunque.

Questo corpo così piccolo, diviene cucchiaino per assaggiarne i sapori,
destinato a riempirsi per poi svuotarsi.

Uno slancio improvviso, magari solo un passo che ignora le distanze,
si cade ma ondeggiando verso l'incontro con un unico pensiero che tace.

Rinasci innamorato senza averlo mai toccato, con la semplice attenzione di una curiosità mai sazia, sorriderti tra i movimenti delle mani che sfiorano volubili l'aria che nell'ora soffia,
su un cuore che pur aperto,
non marcisce.

L'amore non è un mistero, ti conserva in un luogo dove la verità ha solo un giorno,
un punto di vista tra rosso sangue e un pensiero blu cobalto a guardarti dal cielo.

Si pensa a questo, e il cuore è salvo, l'amore resta e la sola guerra da fare è quella con se stessi,

sorridendo ancora,

concedendoci un po' di luce,

nel grande buio che trabocca.


 

Testo: Miriam Carnimeo
Elaborazione grafica: Charles Huxley

venerdì 6 novembre 2009

Il Tutto

Toglietemi tutto, la voglia di combattere, di ricordare e soprattutto quella di provare e sperare.
Toglietemi anche quel brandello di meritocrazia che ciondola lacerato dal cadavere della uguaglianza.
Toglietemi i pensieri, fateli vostri e fotteteveli finchè ne avrete la forza.
Toglietemi il piacere, il sorriso. Toglieteci la lealtà, rendeteci lupi che sbranano lupi.
Prendete l'onore e l'onestà e giocateci alla roulette russa, vediamo a chi per primo esploderà il cervello.
Toglietemi tutto cosicchè vagherò nudo nel vostro marcio deserto sterile.
Ma quando, la sera, ferito e ansimante raggiungerò la mia tana ripenserò a tutti voi e affilerò le mie zanne,
cercando un modo per riprendermelo... Il Tutto.

LIMBO: Capitolo 7


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Limbo é un libro blog di GM Willo illustrato da Charles Huxley. Per scoprire il mondo di Limbo iniziate a leggere dal primo capitolo e addentratevi in un universo di misteri e magia. Se amate la fantasy, trovere in questa avventura qualcosa di diverso…
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«Muovi quelle gambe!» disse l’uomo senza capelli.
«Lo sto facendo, maledizione!» rispose il giovane, mentre cercava di evitare i fendenti del maestro.
«Solo quelle possono salvarti» aggiunse l’uomo disarmando alfine il suo allievo.
Tzadik si afferrò le ginocchia e provò a riprendere fiato. La sua spada di legno giaceva a qualche passo di distanza, sprofondata nell’alta erba delle piane. Riusciva a percepire lo sguardo di Nicon sopra di lui.
«Stai migliorando, ma non abbastanza…»
«Non è vero. Tre stagioni fa non riuscivo neanche ad impugnare una spada, mentre adesso…»
«Adesso la tieni in pugno, per pochi istanti» terminò per lui l’uomo calvo.
Il giovane avvertì la tentazione di abbandonarsi allo sconforto. Era una trappola del maestro, lo sapeva. L’addestramento non si limitava ad affinare le abilità fisiche dell’allievo, ma anche quelle psicologiche. Le lezioni finivano spesso con un litigio o con un pianto. Nicon era abilissimo a farti arrabbiare. Si stupì del fatto che nessuno aveva mai perso la testa al punto da volerlo uccidere, o forse qualcuno ci aveva anche provato, pagandone ovviamente le conseguenze.
Nicon era un uomo straordinario. Non solo un abile cavaliere e uomo di spada, ma anche uno studioso dotato di una vasta conoscenza magica. Il gruppo di uomini che aveva richiamato attorno a se, durante le sue pellegrinazioni attraverso Limbo, lo amava e rispettava. Solo gli allievi lo odiavano, e questo la diceva lunga sui suoi metodi d’insegnamento.
La Gilda contava in totale un centinaio d elementi, e al momento vi erano altri cinque allievi insieme a Tzadik, ragazzi che come lui avevano ascoltato per tutta l’infanzia le leggende di Nicon e avevano sognato da sempre di far parte della sua carovana.
Gli allievi vestivano ancora i loro normali indumenti. Una volta  diventati a tutti gli effetti cavalieri della gilda, avrebbero finalmente indossato le vesti tipiche, sgargianti pantaloni giallo e rossi e il famoso “pojo”, la casacca colorata che altro non era se non una coperta di forma rotonda con un’apertura centrale dalla quale far passare la testa.
«Dai, torniamo all’accampamento. La lezione è terminata.»
Nicon gli voltò le spalle e s’incamminò in direzione delle tende e dei carri. Il suo pojo era diverso da quello degli altri, se possibile ancora più acceso e colorato. Tzadik alzò lo sguardo e sentì la rabbia sciogliersi come neve al sole. L’ammirazione per quell’uomo prese il posto della collera. Raccolse la spada di legno e lo seguì verso il campo dove li aspettavano i compagni.
Il settimo margine era appena iniziato e l’accampamento si stava preparando all’avvento della notte. Il grande cinghiale cacciato quella mattina sfrigolava sopra il fuoco, e gli uomini attendevano il manipolo che si era spinto fino alle fattorie dei contadini per acquistare una damigiana di vino . La festa sarebbe presto incominciata.


giovedì 5 novembre 2009

Nico si imbarca su Novocaina... Benvenuto!



Ancora un folle viene imbarcato a forza di rum su questo galeone di svitati!
Si chiama Nico e con l'arte grafica ci sa proprio fare...
Date un'occhiata al suo portfolio "PAROLE QUADRATE"

Ciao a tutti,
mi chiamo niccolò, nome in codice CreativaMente:)
Amo da sempre tutto quello che è espressione, creatività, follia e creatività. Sono cresciuto con la passione per la comunicazione, per la grafica, per la fotografia e per tutto quello che esprime qualcosa, siano pensieri profondi, idee, concetti, colori, sogni e perchè no anche cose semplici o cazzate:)

Il desiderio di realizzarmi nel campo "dell'arte digitale", è cresciuto sempre di più fino a diventare una necessità, un modo per esprimere tutto il mondo contorto che è dentro di me e che non sempre riesco a esprimere con le parole.
Sto cercando di crescere in tutto questo, grazie all'aiuto di tante persone che mi sono vicine, senza le quali sarebbe impossibile imparare, studiare e semplicemente trovare un senso a tutto questo.

Rimane un vuoto però, quello del confronto con le persone, niente cose chic, voglio solo che le mie immagini piacciano alla persone, quelle vere semplci e folli, voglio solo (e so che non è poco) suscitare emozioni.
Per questo mi fa molto piacere l'idea di entrare a far parte di questo blog molto, come dire, intrigante ed originale!

Spero di trovare confronti, pareri, critiche e qualsiasi altra cosa anche negativa, a patto solo che sia costruttiva.

Non ho ancora uno stile definito al 100% per cui mi scuso se le immagini sembreranno troppo varie e diverse l'una dall'altra, però sto crescendo e imparando da tutto quello che mi piace e mi incuriosisce, il che porta molto spesso a un grande insieme di stili, trattamenti e cosi via.

Ringrazio i gestori del blog per questa occasione e voi tutti per il tempo perso a leggere questa mal scritta presentazione e per ogni cosa vogliate scrivermi.




Novocaina magazine #1



Dopo lo zero cosa c'è?

Il #1 del magazine... Il numero 1??? E chi l'avrebbe mai detto...
Ce l'abbiamo fatta!

Altri racconti e immagini dal blog alla carta.
Scarica qua

giovedì 29 ottobre 2009

Charles in Deviant


   


Segnaliamo l'entrata del vecchio Charles Huxley nalla community di deviant art...


Fatevi un giro trai i suoi incubi, serpenti e belle donne...




sabato 24 ottobre 2009

LIMBO: Capitolo 6


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Limbo é un libro blog di GM Willo illustrato da Charles Huxley. Per scoprire il mondo di Limbo iniziate a leggere dal primo capitolo e addentratevi in un universo di misteri e magia. Se amate la fantasy, trovere in questa avventura qualcosa di diverso…
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Gli specchi d’acqua riflettevano il magenta del cielo, fin dove l’occhio arrivava. L’orizzonte si perdeva tra le nebbie, insieme al riverbero di quella moltitudine di laghi, tra la bassa vegetazione e le canne di bambù che affioravano un po’ ovunque. L’aria odorava di orchidee.
Jade osservava quel nuovo paesaggio mentre discendeva l’altura insieme ai suoi due compagni. Misar le camminava accanto aiutandosi con il suo bastone, mentre Yumo li seguiva qualche passo più indietro. Guidava i due muli attraverso il sentiero, guardandosi intorno di tanto in tanto. Il senso del pericolo del Protettore, affinato come in nessun altro, era costantemente all’erta.
Erano trascorsi una quindicina giorni da quando avevano lasciato il deserto. Misar sperava di poter avere qualche informazione sulla posizione della gilda attraverso la consultazione di una Colonna delle Voci. Per questo si erano diretti verso i laghi. Il vecchio era convinto che da qualche parte laggiù doveva essercene una. Il padre di Jade gliene aveva parlato una volta.
La posizione di questi luoghi di sapere e di scambio di informazioni, che secondo la mitologia Arcon furono messi dallo stesso Seidon per aiutare gli uomini a rintracciarsi in quel mondo così mutevole, cambiava insieme a tutto il resto, ma gli erranti divulgavano con impegno la conoscenza delle loro ubicazioni. Si diceva che venivano addirittura disegnate delle mappe speciali chiamate Carte a Proiezione, in cui venivano tracciate le possibili traiettorie di spostamento delle colonne. Jade non ne aveva mai viste, ma ne intuiva il loro funzionamento.

 

sabato 3 ottobre 2009

La babele di carne e catrame: Capitolo III


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La Babele di Carne e Catrame è un racconto misto a elaborazioni grafiche di  Charles Huxley,
che vi condurrà in un attualissimo futuro.
Edito dalla Edizioni Willoworld attraverso il servizio di autopubblicazione Lulu,
é il secondo lavoro di Valentino Vannozzi, dopo la raccolta di poesie e pensieri intitolata
Alla Ricerca del Dio Senza Croce.
Novocaina vi ripropone questo racconto pubblicando un capitolo alla settimana.
Buona lettura...
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Mi avviai a piedi verso il centro della città. In fondo due passi mi avrebbero svegliato dalla siesta prolungata che ancora intontiva la mia testa.
Le puttane si contendevano i posti migliori sui marciapiedi.
Le “pure” venivano ogni giorno surclassate da chi poteva permettersi esotici innesti, sempre più richiesti dalla clientela, dando così vita a continue risse, alle quali la polizia sembrava arrivare sempre più celere.
Mi imbattei in almeno cinque di queste scene prima di essere avvicinato da uno strano tipo.
-Cerchi roba?- disse. Mi fece vedere il campionario, allargando il cappotto scuro, lungo fino ai piedi.
In una tasca interna era infilato a forza un vecchio lettore ad interfaccia esterna per i neurosogni. Non ci misi molto a capire che i minidisk nelle tasche trasparenti fossero pirata.
-Vendo sogni proibiti, irrealizzabili. Vuoi essere un assassino stanotte? Provare l’emozione dell’ omicidio? Sesso con le mutanti di Golky? Magari una esperienza Rhondyana?-
Non volli neanche sapere cosa fosse una esperienza Rhondyana e lo allontanai col braccio, non senza essere assalito dal dubbio di come fosse una mutante di Golky.


Meglio non fare affari con chi tiene la merce nella tasca del cappotto. Soprattutto con chi la tiene vicino ad una fondina da cui sbuca un grosso calcio di una pistola.
Sicuro che non fosse un pezzo in vendita, accellerai il passo. -Hey amico… Hey, parlo con te!- In tre passi mi fu accanto. Veloce, troppo veloce.
-Hey bastardo, ma chi ti credi di essere, eh!?- Disse sputacchiando nell’aria.
-Capelli curati, vestito fresco e stirato. Che c’è, perché non mi guardi in faccia? Ti fa forse schifo parlare con me? Eh amico, rispondi!- Adesso stava a gambe larghe, davanti a me, bloccandomi il passaggio.
-No, è che… vado di fretta- Balbettai.
Rimpiansi la mezza lattina di Smash lasciata sul tavolino. Non ero pronto per un incontro ravvicinato con un pusher dello sprawl. Maledizione, dove era la polizia quando serviva!?
-Allora bello, vai di fretta… e dove vai, dalle tue amichette della City?- Intanto mi alitava addosso. Odore di marcio
Perché ero venuto fin quaggiù a piedi?
Ah già, i booster. Cazzo.
Perché non ero rimasto a casa?


Le sue pupille erano un puntino nero nel bulbo arrossato, solo adesso mi resi conto della bava bluastra ai lati della bocca. Chissà quanti cartoncini aveva già sciolto sotto la lingua, ed un tipo strafatto di cielo azzurro con una 44 sotto il cappotto non era certo una situazione facile da gestire.
Non so se fu la paura o la sua altezza, perfetta per lo scopo, fatto sta che ancora prima di pensarci sentii il rumore sordo e una fitta sulla fronte. Quando riaprii gli occhi il tipo era steso per terra, col naso appoggiato allo zigomo.
Mi allontanai in fretta, non prima di aver preso un minidisk con su scritto: Mutanti di Golky.
Non si sa mai.


Una macchina mi passò lenta accanto. La musica assordante era arrivata molto prima di lei, sparata con violenza dalle casse dell’auto. Un processore sintetizzava la musica abbinandola direttamente alle immagini catturate intorno ed importate da una piccola telecamera. Tutto questo in tempo reale. “La musica giusta per ogni situazione”. Così diceva lo spot di presentazione dell’ MMRL, il Music Maker Real Life. Era facile accorgersi di quando la musica veniva creata dall’ MMRL, sembrava di stare in un fottutissimo video musicale. Gli occupanti dell’auto ridevano e ballavano, agitandosi sui seggiolini.


Se un piccolo processore poteva creare una musica adatta solo codificando i movimenti, le persone e i colori esterni, chissà cosa sarebbe successo se qualcos’altro avesse potuto codificare le nostre voglie, le insicurezze, il nostro linguaggio del corpo.
Avrebbero potuto fornirci i bisogni.
Chissà se…


Scacciai dalla testa quei pensieri e continuai a camminare. La parte più scura di quello che veniva definito sprawl era alle mie spalle. Ora ero nel centro del livello più trasgressivo della città.
I club che riempivano le strade avevano tutti una lunga fila di persone davanti, in attesa di entrare. Come in uno zoo passai accanto a loro, osservandoli: tatuaggi luminosi, creste, innesti metallici e trasformazioni corporee discrezionali. L’ultima ragazza in fila si girò, guardandomi. Nei suoi occhi scorreva la scritta Underground Mall, seguita da l’indirizzo del megastore. Aveva venduto gli occhi come spazio pubblicitario.
Le chiamavano pubbliche relazioni.


La serata andava peggiorando, mi assalì un senso di malinconia.
Da quanto l’uomo si era scordato chi era?


Ci indicarono una stella. Molti di noi si fermarono ad osservare la punta del dito.


Jack in the box… Jesus… Arrivo, cazzo… Arrivo.
 


sabato 19 settembre 2009

La babele di carne e catrame: Capitolo I


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La Babele di Carne e Catrame è un racconto misto a elaborazioni grafiche di Charles Huxley,
che vi condurrà in un attualissimo futuro.
Edito dalla Edizioni Willoworld attraverso il servizio di autopubblicazione Lulu,
é il secondo lavoro di Valentino Vannozzi, dopo la raccolta di poesie e pensieri intitolata
Alla Ricerca del Dio Senza Croce.
Novocaina vi ripropone questo racconto pubblicando un capitolo alla settimana.
Buona lettura...
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Non ricordo perché ero lì, né perché bevessi così tanto. Come di rientro da un sogno mai iniziato, mi guardai intorno, il bar era vuoto, le luci soffuse del locale regalavano un senso di pace. La birra davanti a me si era scaldata… strano. Non ricordo quanto avessi bevuto e speravo che anche il barista lo avesse dimenticato, perché quando mi alzai dallo sgabello tutto intorno a me si mise a girare; segno che il conto si era notevolmente elevato. Le vetrine del vecchio bar davano su una strada del centro, una come tante, dalla storia dimenticata e dal forte odore di urina. Pagai, sfortunatamente il barista ricordava tutto quello che avevo ordinato.
Con pochi spiccioli e qualche sigaretta in tasca, alzai il bavero del mio cappotto ed uscii. Plumbea era la città quel giorno, come se gli unici colori fossero soltanto le tonalità di grigio.
Non ricordo perché uscii di casa quel pomeriggio, né perché avessi bevuto così tanto.
Certe volte ti chiedi se stai ancora camminando o se è solo il mondo attorno a te che si muove, come un videogioco impazzito. Non era certo l’alcool a fare quello strano effetto, purtroppo.
Senza rendermene conto, mi ritrovai a seguire una scia di persone, non sapevo dove fossero dirette, ma sentivo una sensazione di sicurezza nel farlo, nel seguire quella folla mansueta.
Mi ritrovai nel mezzo di un mercato, sembrava antiquariato quello che esponevano le bancarelle. Girellai un po’ guardando distrattamente la paccottiglia stesa sui banchi; vecchi televisori al plasma erano ammucchiati accanto a obsoleti supporti Blu-Ray, tute e visori per la realtà virtuale si impolveravano insieme ai caschi per i neurosogni, oggetti che ormai interessavano solo i collezionisti. Dall’avvento dei chip subdermali tutta questa roba era solo storia passata. Erano iniziati come segnalatori GPS per ritrovare gli animali scomparsi, poi i chip vennero introdotti nella lotta alla criminalità, innestati obbligatoriamente con una semplice siringa sotto l’epidermide di carcerati e delinquenti vari, da lì alla vendita al dettaglio il passo fu breve. Madri che innestavano il chip ai figli, per paura dei rapimenti da parte dei trafficanti di organi, innestati ai corrieri delle più disparate aziende, a Vip “privilegiati” per evitare code e pagamenti. Con un chip subdermale potevi pagare una bevuta in discoteca senza lo scomodo dei contanti o essere ritrovato dall’altra parte del mondo, con un click.
Chissà perché non ero rimasto in casa quel pomeriggio. Mille dialetti, lingue, parole sconosciute, si diffondevano nell’aria densa di odori. I venditori di kebab dispensavano profumi gratis e sapori a poco prezzo. Chissà che effetto avrebbe fatto un gesto inconsueto, un segno dimenticato… chissà che effetto avrebbe fatto in questa cacofonica folla. La grande rivolta dei sobborghi era stata repressa nel sangue da pochi giorni, ma lo stato di allerta delle forze dell’ordine era ancora evidente, ad ogni angolo coppie di poliziotti scandagliavano la gente con i decodificatori per trovare possessori di software non registrati. Passai sicuro davanti a due di loro, Doc aveva fatto un buon lavoro, il mio chip non fu rilevato.
Entrai in un piccolo negozietto che vendeva birra turca e kebab, invogliato dall’ologramma pubblicitario sulla porta, la parete una volta bianca, adesso era gialla di nicotina. Erano già otto anni che si poteva di nuovo fumare, praticamente ovunque, da quando le multinazionali del tabacco avevano vinto la causa contro le leggi antifumo, installando gratuitamente i filtri bronchiali ai non fumatori. Qualcuno sosteneva che i filtri stimolassero l’acquisto di determinati prodotti, si diceva anche che fosse stato l’accordo prezzolato tra le multinazionali e il dipartimento per la tutela dei consumatori. Che fosse proprio questa la mossa vincente per l’ abrogazione delle leggi antifumo, ma erano solo voci che correvano in rete, smentite più volte dalle delegazioni di portavoce delle multinazionali.
Contai gli spiccioli rimasti, sette crediti, una miseria… osservai quelle strane monete di silicio, i loro ologrammi, il simbolo del Governo Antiterroristico Democratico Unito, quanto fosse difficile ormai contraffarli, mi resi conto di quanto il piano era riuscito, un unico popolo mondiale, un unico popolo di consumatori.
La carne, che ormai veniva allevata nelle bio-fattorie aveva tutta pressappoco lo stesso sapore, tenera, succosa e completamente sintetica. Le proteine e le sostanze nutrizionali venivano inserite solo nei tagli più pregiati, quelli più costosi, quelli che pochi potevano permettersi. Nei contenitori delle bevande alcoliche erano stati inseriti, ormai da qualche anno, i chip per l’annullamento del tasso alcolico nelle situazioni di divieto.
Durante le manifestazioni o le sommosse, sempre più frequenti, i chip intervenivano automaticamente rilasciando nella bevanda una sostanza che ne inibiva altre, lasciando il prodotto totalmente analcolico.
Quel giorno non era in vigore nessuna restrizione, fortunatamente.
Mi sedetti e feci il mio dovere di consumatore.

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Un pessimista è un ottimista ben informato