martedì 1 dicembre 2009

Il volo dell'angelo





Non so quanto ancora ci vorrà prima di essere scoperto.
Attendo trattenendo il respiro, nascosto dietro questa tenda damascata.
Nella stanza i tredici vecchi parlano con voci gravi.
Sono quasi difficili da capire le loro parole, come contornate da atichi saperi.
Lo stato di angoscia va sempre aumentando mentre la cadenza di ogni singola parola rallenta, rallenta, rallenta.
Percepisco distintamente il passare dei secondi tra ogni sillaba.
Non hanno fretta di farsi capire.
Nessuna fretta di comunicare.
Sembra più un gioco al massacro: vince chi inganna di più lo scorrere del tempo.
Voci gravi e lente, lente e accordate, sicure, pesano e misurano ogni sillaba, lentamente.
Temo di non sopportare ancora per molto l'immobilità in cui mi sono costretto.
Ho paura di essere rapito da l'istinto di saltar fuori da questo mio nascondiglio e urlare.
Solo per rompere questo rituale infinito.
Non so quanto tempo mi rimane o quanto ci vorrà ad essere scoperto.
Peggio ancora ad abituarmi a questa nenia di voci; assopirmi e farmi cullare dalla melodia assassina.
Poi una luce che rischiara la tenebra.
L'idea che salva la mia mente preda dell'oblio.
Apro la finestra che mi sta alle spalle.
Un veloce sguardo alla luna.
E spicco il volo.

"Il Mostro"

 
Sulle note di "D'angelo" dei Diablo swing orchestra


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