lunedì 25 gennaio 2010

Il seme dell'odio: Capitolo XI -Il Caffè-



Un romanzo breve di:
Jack Lombroso & Jonathan Macini

Ogni settimana un capitolo tutto per voi,
qua su Novocaina
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CI TENIAMO A PRECISARE CHE I CONCETTI ESPRESSI NEL RACCONTO "IL SEME DELL'ODIO" NON RISPECCHIANO NE' LA MENTALITA' DEGLI AUTORI DEL BLOG NE' TANTOMENO QUELLA DEGLI AUTORI DEL RACCONTO.
RITENIAMO CHE OGNI FORMA DI RAZZISMO SIA TERRIBILE E INVOLUTIVA PER TUTTA LA RAZZA UMANA.
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- Hai sentito? Hanno beccato Bud -
Mastico lentamente la ciambella. Pregusto la tazza di caffè fumante. Incollo lo sguardo allo specchio dietro il bancone del Dell’s che riflette quella testa di cazzo di Jeremy.
- L’ho saputo ierisera. Ti ricordi TJ, quel negro che si fumava di tutto? Mi ha mandato una e-mail. Come cazzo avrà fatto, mi chiedo. Tipi così non sanno nemmeno scrivere. Comunque, mi parlava del reggimento, dei vecchi compagni, e del fattaccio. Nessuno ha sparso la voce ovviamente. Se lo venissero a sapere sarebbe un brutto affare… -
La voce di Jeremy mi irrita più del solito. Stacco un altro bel pezzo di pasta fritta zuccherosa e continuo a guardare davanti. C’è un mucchio di gente nel locale. Cazzo di gente…
- Comunque, mi ha detto che di punto in bianco, senza motivo, si è avventato sul sergente Morrison. Lo ha buttato a terra e gli ha strappato un occhio coi denti, prima di essere interrotto da un proiettile che lo ha colpito alla spalla -
Finalmente si beve il suo cazzo di caffè macchiato. Ci mette il latte come un poppante. Oggi proprio non lo sopporto. La ciambella è finita. Adesso il momento è topico. La sbobba che servono in questo bar è la migliore di tutta la Pensilvanya. Una miscela robusta che però ti lascia qualcosa di esotico in bocca. Si, è proprio perfetto…
- Ma un colpo non è stato sufficiente a fermarlo. Quattro soldati si sono avventati su di lui, e Bud se li è scrollati di dosso come moscerini. Poi si è tuffato di nuovo sul sergente. A quel punto però Morrison, anche con un occhio solo, ha avuto il tempo di recuperare il suo M 15. Glielo ha scaricato addosso, pace all’anima di quel bastardo -
- Amen - dico io. E mi finisco il caffè. Una meraviglia.
- Hai saputo nulla di ieri? -
Ma non se ne sta zitto un minuto questo qui. Spero tanto che si cacci in un bel guaio. Che lo prendano, e lo sbattano su quel dannato lettino, a fargli la punturina fatale. Non m’importa più…
- Due turisti europei. Sul lago. Adesso è pieno di polizia laggiù. Pensano che il pazzo si aggiri sulla spiaggia. Speriamo non Gli venga voglia di rifarlo laggiù, altrimenti facciamo la fine di Bud -
Stronzo! Non riesci a capire la sinfonia… È un movimento intestinale, un flusso continuo che viene dall’abisso e risale, t’invade la testa come mille pompini. Jeremy, sei proprio sterco di vacca. Ecco cosa sei. Non sei degno di Lui. E Lui ti farà fuori.
- Cazzo David, io ho paura! -
Questo non lo dovevi dire Jeremy. No, non lo dovevi dire…
- Paura di cosa? - domando.
- Ho paura che ci prendano. A Lui non gliene frega un cazzo se ci prendano o no. Come con Bud. Faremo la sua fine -
- No che non facciamo la sua fine. Bud era spacciato fin dall’inizio. Era uno stronzo, e lo sai bene anche tu! -
Finalmente si è zittito. Finisce il suo brodo di caffelatte e paga il conto. È l’unica cosa buona di oggi.


- La prossima settimana il capitolo 12 -  

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