Visualizzazione post con etichetta cyberpunk. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cyberpunk. Mostra tutti i post

venerdì 27 novembre 2009

LIMBO : Appendici I



1. INTRODUZIONE

Alla fine del 21esimo secolo l’umanità entrò nell’era del caos, che in pochi decenni portò alla completa estinzione del genere umano. Teologi e scienziati concordarono nell’affermare che la fine dell’uomo combaciava con qualche misterioso piano, sia questo divino, naturale o chimico. Non era certo importante determinare la vera entità di questa svolta (che chiamarono Curvatura di Involuzione), ma era fin troppo chiaro che gli eventi che si susseguirono in quegli anni avevano un unico fine: l’estinzione della razza umana.
Vi erano guerre, vi erano epidemie causate dalle guerre stesse (soprattutto quelle in cui venivano usate armi batteriologiche) e vi erano catastrofici eventi naturali dovuti agli sbalzi climatici avvenuti in tempi recenti. Vi erano insomma tutti i presupposti per il crollo della grande cultura egemone dell’uomo, ma a nessuno sarebbe saltato in mente di pensare ad una totale scomparsa del genere umano.
Questa avvenne a causa della perdita di fertilità. Nessuno riuscì mai a capire quale fu la causa di questo evento. Forse l’evoluzione di uno dei tanti virus sviluppati in laboratorio e fuoriusciti a causa dei bombardamenti delle guerre in corso, almeno secondo gli scienziati, mentre per i religiosi era fin troppo facile pensare a una punizione divina... continua...

venerdì 9 ottobre 2009

La babele di carne e catrame: Capitolo IV


_______________________________________________

La Babele di Carne e Catrame è un racconto misto a elaborazioni grafiche di Charles Huxley,
che vi condurrà in un attualissimo futuro.
Edito dalla Edizioni Willoworld attraverso il servizio di autopubblicazione Lulu,
é il secondo lavoro di Valentino Vannozzi, dopo la raccolta di poesie e pensieri intitolata
Alla Ricerca del Dio Senza Croce.
Novocaina vi ripropone questo racconto pubblicando un capitolo alla settimana.
Buona lettura...
_______________________________________________


Il Jack in the box era ricoperto da vecchie bandiere.

Sul palco una band suonava antiche melodie, blues, mi pare chiamassero quella musica.

Niente sintetizzatori, tutti strumenti.

Nostalgici. Per fortuna ne esistevano ancora.

Jesus era seduto su una poltroncina, nell’angolo più scuro del locale, un viavai continuo di gente si fermava per qualche istante accanto a lui… per poi allontanarsi, felici.

Jesus, venditore di felicità, così si faceva chiamare.


Aspettai un momento di calma e mi avvicinai. All’inizio sembrò non riconoscermi, aggrottò le grosse sopracciglia bianche e disse –Hola, como va?-

Jesus, la sua lingua madre corrotta dallo slang della strada, la sua nazione così ribelle si era lasciata inglobare come tutte le altre. Come tutti noi.

Ogni tradizione, ogni singolo gesto, ogni ricordo fu violentato, straziato, privato dell’individualità, privato del diritto di essere diverso.

-Como stai, chico?- Mi aveva riconosciuto.

-Depresso, come al solito. E tu?- Risposi

-Todo bien...- Sembrò pensare per un attimo e aggiunse:

-Depresso? Perché mai depresso chico, la vita è bella-


Jesus, dalla nazione sottomessa, Jesus venditore di felicità, per lui la vita continuava ad essere bella, nonostante tutto.


-Guardati intorno Jesus... perché mai depresso? E perché dovrei essere allegro, allora?-

-Oh, di guardarmi attorno ormai ho la nausea, amigo. Anzi no, mi correggo, basta contornarsi per quanto y possible di cose piacevoli ed almeno per un po’, nel proprio antro, la sofferenza viene meno-


Sorrise, da sotto i folti baffi bianchi da vecchio messicano.


-Viene meno... non sparisce- Dissi

-Il mondo va avanti, indipendentemente dalla nostra volontà e dalla nostra esistenza. Va, come deve andare, né meglio né peggio, i giudizi di valore sono solamente soggettivi-


Jesus, dalla “individualità” perduta.


-E tu non sei un soggetto... Non vivi proprio di soggettività? Quando ti scotti, è la tua di carne a dolere - Ero sempre più depresso.


-Amigo mio, cerco di vivere in sintonia con il mio micromondo, ormai cittadino del mondo non credo valga la pena sentirsi. Quindi sì, vivo la mia soggettività, ma ti ripeto: se cerchi di crearti un luogo, fatto di persone, di suoni e di immagini a te gratificanti ecco che la mia soggettività di questo ne gode, ed allora anche i miei giudizi di valore saranno il più possibile positivi.-


Sorrideva mentre parlava. Voleva convincere me o se stesso?


-È tutto passeggero... Forzato a volte... Mai indissolubile, posticcio forse... creato... ma quanto in verità vissuto? Lo specchio in cui ti guardi non riflette il tuo micromondo, ma la realtà. Essere positivi è utopico. Utopico.-


Quasi urlai l’ultima parola.

Ogni volta era così con Jesus, per prendere quello che volevi dovevi affrontare queste discussioni senza fine, senza via di uscita.


-Creato e passeggero non ne dubito. Ma ogni giudizio, ogni stato d'animo sul mondo, su se stessi è sempre dovuto alla propria personalità, alle proprie esperienze. La positività se vissuta come certezza è certamente utopica. Vissuta come un momento passeggero... Perché no? Stesse cose si possono comunque affermare anche dell'altro lato della medaglia, la negatività... E, se come abbiamo visto, la scelta non è oggettiva, ma di un singolo, perché propendere dalla parte più scura? Eh chico?-


Il locale si stava sempre più riempiendo, la band lasciò il palco a tre ragazzi che cominciarono a montare le attrezzature per il dj set. Braindance… musica neurale. All’entrata regalavano chip esterni per la connessione diretta con la cpu dei dj, per un effetto maggiore, per vivere la musica. Braindance. Era ora di andarmene.


-Le proprie esperienze sono spesso imbrattate dalla merda altrui. Non è scuro quello che sta al di fuori della luce. Se vedi morire qualcosa accanto a te, se vedi qualcosa che si allontana, che sparisce, è triste, per singola cosa a cui tu voglia attribuire positività. È triste. Se non puoi più usare la tua lingua per parlare di cosa hai dentro, nessuna illuminazione potrà farti sentire meglio. Ogni certezza va messa in discussione, anche la più positiva. E quando in mano ti ritrovi granelli di sabbia? Non ti pare folle continuare a stringerli come oro?-

-Cosa vai buscando amigo? Una chiacchierata o qualcos’ altro?-

-Altro, Jesus, altro, non ho più voglia di parlare stasera.-


Era vero, mi sentivo stanco, spossato, volevo solo tornare a casa e il pensiero di doverci tornare a piedi mi infastidiva ancora di più.


-Solita Smash, chico?-


Il brusio nel locale si faceva sempre più forte, il bancone era assediato da almeno trenta persone che cercavano l’impulso iniziale dentro un drink, per poi venire a trovare il vecchio messicano, logicamente.


-No Jesus, dammi qualcosa di più forte stasera- Dissi.


Misi in tasca le tre pillole cangianti e mi allontanai.

Mi voltai a guardare Jesus, sorrideva ancora.







sabato 3 ottobre 2009

La babele di carne e catrame: Capitolo III


_______________________________________________

La Babele di Carne e Catrame è un racconto misto a elaborazioni grafiche di  Charles Huxley,
che vi condurrà in un attualissimo futuro.
Edito dalla Edizioni Willoworld attraverso il servizio di autopubblicazione Lulu,
é il secondo lavoro di Valentino Vannozzi, dopo la raccolta di poesie e pensieri intitolata
Alla Ricerca del Dio Senza Croce.
Novocaina vi ripropone questo racconto pubblicando un capitolo alla settimana.
Buona lettura...
_______________________________________________
 
Mi avviai a piedi verso il centro della città. In fondo due passi mi avrebbero svegliato dalla siesta prolungata che ancora intontiva la mia testa.
Le puttane si contendevano i posti migliori sui marciapiedi.
Le “pure” venivano ogni giorno surclassate da chi poteva permettersi esotici innesti, sempre più richiesti dalla clientela, dando così vita a continue risse, alle quali la polizia sembrava arrivare sempre più celere.
Mi imbattei in almeno cinque di queste scene prima di essere avvicinato da uno strano tipo.
-Cerchi roba?- disse. Mi fece vedere il campionario, allargando il cappotto scuro, lungo fino ai piedi.
In una tasca interna era infilato a forza un vecchio lettore ad interfaccia esterna per i neurosogni. Non ci misi molto a capire che i minidisk nelle tasche trasparenti fossero pirata.
-Vendo sogni proibiti, irrealizzabili. Vuoi essere un assassino stanotte? Provare l’emozione dell’ omicidio? Sesso con le mutanti di Golky? Magari una esperienza Rhondyana?-
Non volli neanche sapere cosa fosse una esperienza Rhondyana e lo allontanai col braccio, non senza essere assalito dal dubbio di come fosse una mutante di Golky.


Meglio non fare affari con chi tiene la merce nella tasca del cappotto. Soprattutto con chi la tiene vicino ad una fondina da cui sbuca un grosso calcio di una pistola.
Sicuro che non fosse un pezzo in vendita, accellerai il passo. -Hey amico… Hey, parlo con te!- In tre passi mi fu accanto. Veloce, troppo veloce.
-Hey bastardo, ma chi ti credi di essere, eh!?- Disse sputacchiando nell’aria.
-Capelli curati, vestito fresco e stirato. Che c’è, perché non mi guardi in faccia? Ti fa forse schifo parlare con me? Eh amico, rispondi!- Adesso stava a gambe larghe, davanti a me, bloccandomi il passaggio.
-No, è che… vado di fretta- Balbettai.
Rimpiansi la mezza lattina di Smash lasciata sul tavolino. Non ero pronto per un incontro ravvicinato con un pusher dello sprawl. Maledizione, dove era la polizia quando serviva!?
-Allora bello, vai di fretta… e dove vai, dalle tue amichette della City?- Intanto mi alitava addosso. Odore di marcio
Perché ero venuto fin quaggiù a piedi?
Ah già, i booster. Cazzo.
Perché non ero rimasto a casa?


Le sue pupille erano un puntino nero nel bulbo arrossato, solo adesso mi resi conto della bava bluastra ai lati della bocca. Chissà quanti cartoncini aveva già sciolto sotto la lingua, ed un tipo strafatto di cielo azzurro con una 44 sotto il cappotto non era certo una situazione facile da gestire.
Non so se fu la paura o la sua altezza, perfetta per lo scopo, fatto sta che ancora prima di pensarci sentii il rumore sordo e una fitta sulla fronte. Quando riaprii gli occhi il tipo era steso per terra, col naso appoggiato allo zigomo.
Mi allontanai in fretta, non prima di aver preso un minidisk con su scritto: Mutanti di Golky.
Non si sa mai.


Una macchina mi passò lenta accanto. La musica assordante era arrivata molto prima di lei, sparata con violenza dalle casse dell’auto. Un processore sintetizzava la musica abbinandola direttamente alle immagini catturate intorno ed importate da una piccola telecamera. Tutto questo in tempo reale. “La musica giusta per ogni situazione”. Così diceva lo spot di presentazione dell’ MMRL, il Music Maker Real Life. Era facile accorgersi di quando la musica veniva creata dall’ MMRL, sembrava di stare in un fottutissimo video musicale. Gli occupanti dell’auto ridevano e ballavano, agitandosi sui seggiolini.


Se un piccolo processore poteva creare una musica adatta solo codificando i movimenti, le persone e i colori esterni, chissà cosa sarebbe successo se qualcos’altro avesse potuto codificare le nostre voglie, le insicurezze, il nostro linguaggio del corpo.
Avrebbero potuto fornirci i bisogni.
Chissà se…


Scacciai dalla testa quei pensieri e continuai a camminare. La parte più scura di quello che veniva definito sprawl era alle mie spalle. Ora ero nel centro del livello più trasgressivo della città.
I club che riempivano le strade avevano tutti una lunga fila di persone davanti, in attesa di entrare. Come in uno zoo passai accanto a loro, osservandoli: tatuaggi luminosi, creste, innesti metallici e trasformazioni corporee discrezionali. L’ultima ragazza in fila si girò, guardandomi. Nei suoi occhi scorreva la scritta Underground Mall, seguita da l’indirizzo del megastore. Aveva venduto gli occhi come spazio pubblicitario.
Le chiamavano pubbliche relazioni.


La serata andava peggiorando, mi assalì un senso di malinconia.
Da quanto l’uomo si era scordato chi era?


Ci indicarono una stella. Molti di noi si fermarono ad osservare la punta del dito.


Jack in the box… Jesus… Arrivo, cazzo… Arrivo.
 


Un pessimista è un ottimista ben informato