venerdì 5 febbraio 2010
LE ULTIME PAROLE DI JACK DANIEL
C'era una volta un ragazzo di nome Jack, di sangue misto, inglese, scozzese e irlandese, ma nato in America come si soleva fare nel lontano 1846, o forse era il 1950, perché all'epoca ci si sbagliava facilmente con i numeri... Americano DOC insomma, e come tanti altri americani il piccolo Jack aveva un sogno (che cosa sarebbero gli americani senza i loro sogni?), aprire una distilleria. E così fece... era il 1866.
Oggi il Jack Daniel's non è solo un whiskey ma un vero e proprio manifesto di vita, il simbolo della bevuta on-the-road, la benzina del bluesman, il compagno migliore per quelle serate passate in solitario, ad arreggerti le trippe aspettando l'alba.
Era il 1911 quando, per colpa di una ferita all'alluce, procuratasi tirando un violento calcio alla cassaforte (il povero Daniel non riusciva mai a ricordarsi la combinazione, chissà come mai...) Jack contrasse una terribile infezione che lo portò sul letto di morte. Ma prima del trapasso, prima cioè di diventare il distillatore personale di dio e di tutti i santi, Jack, rivolto probabilmente al nipote al quale aveva lasciato la distilleria, sussurrò: “One last drink, please...” E quelle furono le sue ultime parole.
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Un pessimista è un ottimista ben informato
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