domenica 18 ottobre 2009

Compagni di merende

 
 Dal progetto "Epistolaria"
un racconto di Lupus Infybula & Hush
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La Rufina, 4 Settembre 1981

Ciao Guido,

come la ti vá? Maremma maiala, e fa un cardo ancora, e queste le continuano a spogliassi. Un c’è pace!
No perché almeno co’ i freddo e le si coprono, e un si vede nulla e si sta più tranquilli, ma di questi tempi gli è sempre un anda e rianda di roba, poppe, culi, cosce… tu vedessi la barrista nova! Simona la si chiama. Bellina davvero! Quando la si china per correggerti il caffè gli è un vedere di nulla. E la c’ha i’ pizzo, capito…
Insomma, l’altro giorno gli andai dietro, tanto pe’ vedere in do’ la sta di casa. La vive prima d’arrivare a Pontassieve, una casina sulla destra. Insomma, parcheggio lì davanti per fumare una muratti, ma un cardo ti dico c’era da diventa’ grulli, gli era l’una di pomeriggio, te lo immagini te! Co’ i’finestrino aperto però e ci stó un po’. Cosa bona l’è che lei la sta a i’ primo piano colla finestra aperta, e la vedo di sfuggita entrare in camera e buttare la camicetta su i’lletto. Du’ poppe che un’ti dico, con questo reggiseno di pizzo nero che con tutti i corretti che mi son fatto ormai e lo conosco a memoria.
Un be’ guardare davvero! Finita la sigaretta rimetto in moto e chi t’arriva? Bucaiolo di Gesú! Il figliolo di’ Pacini, hai presente? Quello va in palestra, tutto tirato.
Te la fo’ breve, vai. Sona il campanello di questa Simona e vá su. Giueee…… Gli si butta a capofitto e manca poco lo fanno lì davanti alla finestra. Ma lei unn’è mica stupida. L’accosta le persiane ma l’è troppo cardo per chiudere anche i vetri, e allora giù con tutti quegl’urli, pareva il giorno di’ castigo!
Insomma, hai capito che zoccola di figliola, questa Simona. Quando tu vieni su te la fo’ vedere, vai.

Ci si sente Guido, saluta a casa.

Ugo Cantini.




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