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mercoledì 3 marzo 2010

Mutzhi Mambo - Veniamo per Te Cd


Chiamateli Mutzhi Mambo.
La storia inizia nel 1998, quando ai tre membri fondatori (Lewis Balsamo-voce; Frenz Spina-chitarra; Poison Muzhi -contrabbasso) si uniscono Marcus Hür-batteria e Saint Ford-chitarra. Il progetto è di unire le sonorità malate di Cramps , Dick Dale e Tom Waits a dei testi in italiano ispirati alla narrativa horror pulp e all'hard boiled feroce di James Ellroy.
Nel 2002 pubblicano il loro primo album, “La Terra Brucia”, per l'etichetta di culto Nicotine Records . La loro miscela di rockabilly , surf, punk e blues acido convince fin da subito e l'album viene ottimamente recensito dalle principali riviste del settore. Lo stesso anno vincono il premio della critica al prestigioso “Rock Contest ” di Controradio.
Nel 2006 escono per Billy's Bones Records con lo split CD condiviso con i Bone Machine: “Storie Nere”, già divenuto un cult in cui si sono ridefiniti i canoni del rock'n'roll in lingua italica. L'accoglienza della critica è straordinaria, Rocksound definisce questo disco un “must to have”. In questi anni i Mutzhi Mambo hanno calcato i palchi di tutta Italia, con significative puntate in Austria e Germania, hanno suonato in festivals prestigiosi come l'Indipendent Explosion Tour e lo Swamp Room Happening. Hanno supportato personaggi di culto come Rudi Protrudi, Hugo Race e Tav Falco e bands come i Mad Sin, non sfigurando neanche quando si sono trovati ad aprire per artisti non propriamente affini, come Giuliano Palma e la Bandabardò, grazie all' energia che sprigionano nelle loro infuocate esibizioni live. I loro pezzi sono passati per le principali radio alternative italiane e su radio Rai 2.

La loro ultima fatica è l'album “Veniamo per te”, una co-produzione Billy's Bones-Area Pirata: 13 canzoni fresche di stampa in cui il combo fiorentino si conferma come vera outsider nel panorama italiano.
I suoni più curati (il missaggio è stato affidato al veterano del rockabilly Marco Di Maggio) ne rendono la resa ancora più incisiva, riuscendo a trasmettere appieno la tensione tra la violenta immediatezza del loro rock'n'roll e l'originalità dei testi e delle visionarie tematiche trattate.
In qualche modo hanno saputo far incontrare Cramps e Tom Waits! Taglienti ed ironici come sempre: The pulp side of macaroni rock'n'roll!!
Edizione limitata di 500 copie!
Un consiglio: non perdeteli quando passano dalle vostre parti…

TRACK LISTING:

1 Veniamo per Te
2 La Taranta di Floriano
3 Un Bimbo sul Leone
4 I Re del Kung-Fu
5 Jungla
6 Un'Altra Birra
7 Il Mummia Twist
8 Biondo
9 La Strega
10 Cosa Pensi Nilton?
11 Juana
12 La Diva del Varietà
13 Margarita in Aurelia




FONTE: AREA PIRATA RECORDS

lunedì 19 ottobre 2009

Nuova sezione Download




Sulla destra del blog potrete trovare la sezione DOWNLOAD
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fumetti, raccolte di racconti, romanzi brevi e molto altro
tutto in formato pdf.

Se volete rendere pubbliche le vostre opere: racconti, romanzi, cd musicali, filmati, foto...
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Le opere dovranno abbracciare la filosofia Creative Commons

Ogni opera aggiunta verrà segnalato con un post di presentazione

giovedì 15 ottobre 2009

LA MUSICA DENTRO

Il senso di oppressione non mi aveva mai abbandonato. Continuavo dappertutto a vedere quei fogli di carta, quei registri, quei fascicoli ordinati per numero, le bianche superfici di ogni pagina con su le colonne di dati, di cifre, di segni, di elementi minuti riportati con pazienza infinita sotto forme quasi geometriche, con le lettere delle parole debitamente contate e sistemate una sotto quell’altra, fino a formare delle righe precise, dove i caratteri non sporgevano mai dalla fila dove erano stati inseriti, e rimanevano fermi, a costituire con gli altri l’insieme. E poi, anche i muri della mia stanza avevano occhi, e avevano continuato per anni a registrare i miei umori, i miei piccoli gesti di sfida, le mie fasi più allegre e quelle più tristi, le mie sensazioni di profonda debolezza e di grande coraggio, nelle mie posizioni di seduto, in piedi, sdraiato, ogni volta che muovevo una mano, formavo un’espressione del viso, allungavo una gamba o passeggiavo a piedi scalzi sopra al mio pavimento. Veniva il dottore, con la cartella di pelle, e tirava fuori altri fogli, altri dati. Parlava poco il dottore, e quando lo faceva sapeva essere notevolmente sgradevole: sempre domande, cosa pensavo, cosa facevo quando ero solo, cosa avrei fatto uscendo da lì, cos’era che mi mancava di più, chi era la persona a cui mi sentivo maggiormente legato; sempre domande, ed io quasi sempre rimanevo in silenzio, che tanto il dottore sapeva già tutto, mi aveva osservato chissà quante volte da dietro quei muri che dalla parte di dietro non erano bianchi, avevano il vetro, e il dottore mi poteva guardare, poteva annotare tutte le cose che facevo o pensavo, senza poter nascondere niente. No, non avevo voglia di parlare con lui, preferivo il silenzio, così chiudevo le orecchie e riuscivo a sentire la musica, una musica dolce che cantilenava senza smettere mai, che accompagnava i miei giorni e mi riempiva il silenzio. Non so da dove venisse la musica, ma era dentro di me, l’avevo sempre avuta con me, potevo sentirla come e quando volevo. Però quando mi avevano portato lungo quei corridoi, e avevo visto i registri, i cataloghi, tutti quei dati sopra agli scaffali di ferro, con i numeri sopra e tutte le etichette a colori, quei volumi pieni di carta stampata dove si poteva trovare tutto quanto era accaduto e forse anche quello che doveva accadere, la musica non mi era venuta in soccorso, e questo non mi era piaciuto. La volta seguente quando era tornato il dottore avevo aspettato, lo avevo lasciato consultare le carte, farmi qualche domanda, poi gli ero andato vicino. Gli avevo infilato il temperino di ferro in un braccio non per togliergli il sangue, che comunque aveva cominciato a cadere, ma per dargli un po’ di me stesso, per dare anche a lui quella musica che mi portavo con me, perché forse con un po’ della mia musica sarebbe cambiato, non avrebbe più fatto domande, non mi avrebbe osservato dai muri, avrebbe smesso di infilare tutte le sue stupide lettere e tutte le cifre dentro ai registri: saremmo stati più amici, e lui, davvero, ne aveva proprio bisogno.

Bruno Magnolfi - 13 giugno 2009

PAROLE, O SEMPLICI FRASI...

Un pessimista è un ottimista ben informato