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mercoledì 9 dicembre 2009

CHI SONO I VERI PIRATI?

LE CASE DISCOGRAFICHE, ACCUSATE DI PIRATERIA, DOVRANNO RISARCIRE GLI ARTISTI PER 6 MILIARDI DI DOLLARI



Mentre le major trascinano in tribunale gli utenti di BitTorrent per violazione dei diritti sul copyright, sono loro stesse ad essere citate in giudizio da un associazione di artisti esattamente per lo stesso reato. Warner, Sony BMG, EMI e Universal dovranno rispondere fino a 6 miliardi di dollari di danni per aver piratato circa 300.000 brani.

Non è un segreto che le maggiori etichette discografiche usino due pesi e due misure quando si tratta di diritti d'autore. Da una parte cercano di mettere gli operatori dei siti BitTorrent in carcere e di rovinare la vita di madri e studenti chiedendo centinaia di migliaia di dollari in multe, e dall'altra vendono CD contenenti musica per i quali non hanno ottenuto il permesso dagli autori.

In passato abbiamo assistito a diverse contese tra gli artisti e le etichette per questioni di copyright. Solo pochi mesi fa uno dei più acclamati artisti dell'America Latina, Alejandro Fernández, ha chiesto l’intervento della polizia in un ufficio della Sony Music per confiscare oltre 6.000 CD che l'etichetta aveva rifiutato di ritornare, e questa è solo la punta di un iceberg.

Le etichette hanno preso l'abitudine di utilizzare le canzoni da una grande varietà di artisti per i CD di compilation, senza garantirne i diritti. Utilizzano la registrazione prendendone nota in "una lista di attesa", in modo da poter affrontare la questione in un secondo momento. Questa pratica è in corso dal 1980 e da allora l'elenco dei brani non retribuito e le violazioni del copyright è cresciuto a 300.000 casi.

Stanchi di questa “pirateria delle etichette”, un gruppo di artisti ha depositato una class action in Canada nei confronti di quattro importanti case discografiche collegate alla CRIA, l'equivalente locale della RIAA. Nel mese di ottobre dello scorso anno Warner Music, Sony BMG Music, EMI Music e Universal Music sono state citate in giudizio per l’uso illegale di migliaia di brani e al momento la causa è ancora in corso.

Come e perché questa flagrante violazione del copyright possa andare avanti per anni è un mistero, ma questa condotta scorretta dei due pesi e due misure sembra sia stata recepita. "Questo comportamento delle case discografiche è aggravato dal loro approccio rigoroso ed incessante quando si tratta dei loro interessi nei confronti dei consumatori," sostengono gli artisti nella loro domanda di risarcimento danni.

La causa è ancora in corso, ma le etichette hanno già ammesso di dovere almeno 50 milioni di dollari per aver violato i diritti degli artisti, e questa cifra potrebbe crescere fino a 6 miliardi. Allora, chi sono i veri pirati qui?

FONTE: http://torrentfreak.com/

Traduzione di Willoworld per I Silenti

venerdì 28 agosto 2009

KISCIOTTE

L’arte di Kisciotte é un vero e proprio atto di guerriglia volto a sovvertire il pensiero stagnante che risiede nel vecchio sistema dei diritti d’autore, ovvero il copyright. Da anni la sua figura rimbalza nell’etere sotto forme sempre nuove, sfuggente come una libellula, letale come il pungiglione di uno scorpione. Nonostante la sua violenza comunicativa, egli pratica una protesta sovversiva ma pacifica. L’aggressione è sempre e solo pura provocazione.
Ormai famoso il suo sabotaggio alla biblioteca di Colonia, dalla quale asportò con le forbici 7643 sezioni di libri, quelle in cui compariva il simbolo della “C” cerchiata che simboleggia il copyright. Utilizzò poi questi minuscoli pezzettini di carta per comporre un enorme collage che rappresentava un falco in volo, opera che poi regalò al direttore della biblioteca. Riuscì a sfuggire alle forze dell’ordine tedesche saltando sulla mongolfiera di Capitan Camarra, ma questa forse è pura leggenda metropolitana.
Un’altra ammirevole performance fu quella di Londra. Finanziò lui stesso l’apertura di un piccolo negozio di dischi che venne subito chiuso. I clienti infatti, appena acquistavano la merce, venivano avvicinati da Kisciotte armato di un piccolo lanciafiamme. L’artista afferrava l’oggetto appena acquistato e lo scagliava a terra dandogli fuoco. Questa volta venne condannato solo ad un piccolo risarcimento ma, come già detto, il negozio venne chiuso dopo poche ore dall’apertura.
Non si sa bene dove sia nato. Molto probabilmente non è neanche europeo. Qualcuno dice che venga dall’Australia e che laggiù è ricercato dalle autorità sotto un altro pseudonimo.

Citazioni: Se scarichi illegalmente e poi pubblichi sotto copyright sei un fottutissimo ipocrita!

Un pessimista è un ottimista ben informato